Ascoltavo l'orchestra delle ostriche,
cullato da divino incantamento
e, in piedi, sopra il ponte di comando,
pregavo il Dio vivente:
" Dammi una goccia del tuo sangue azzurro,
dammi la spumeggiante tenerezza
delle onde tagliate dalla prua:
dammi la rotta della giovinezza.
Ch'io non senta, guardando l'orizzonte,
la campana sepolta in fondo al mare.
Perché in ogni partire c'è un tornare
a questa eterna erranza? "
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